lunedì 18 febbraio 2013

Nel senso del maiale

Come annunciato su questo blog si è svolta ieri a Chiesuola di Russi la consueta iniziativa sulla Mora Romagnola promossa annualmente dalla Delegazione AIC di Ravenna.
Data la particolare congiuntura economica il menù proposto è stato insolitamente austero e ha incluso ricette della tradizione affiancate da preparazioni all'insegna della modernità, queste ultime eseguite magistralmente da Franco Campese. Fra i piatti serviti figurava una preparazione - la minestra maritata - messa a punto da Franco Chiarini nel 1815 in onore di Luigi XVIII di Borbone per celebrare la conclusione del Congresso di Vienna; è stato lo stesso Chiarini a fornire la ricetta originale da me utilizzata per l'occasione.

Di seguito il menù servito...


ciccioli, radicchi e bruciatini, prosciutto e lonza arrosto, coppe di testa, cotechino… 

pancetta fondente e pelle croccante 

minestra maritata 

lime,  wodka e briciole verdi 

coste, lonza, coppa, fegato, pancetta, salsiccia, salsiccia matta….ai ferri 

rosa rognoni  e verdi verdure 

dolci amici

... e i vini che l'hanno accompagnato

pignoletto spumante brut ‘Moma’, Cesari, Castel S.Pietro(BO)

trebbiano vendemmia tardiva ‘Hermes’ 2011, Az.Uccellina, Russi (RA)

barbera frizzante ‘L’Azdora’ 2011, Gardi Bertoni, Riolo Terme(RA)

sangiovese ‘Mazzotti’ 2012 , Capocolle di Bertinoro (FC)

 

Gli attori in cucina, in sala e dietro le quinte:
 

Ettore Fiorentini e Roberto Montanari i  macellai

Italo Fabbri il norcino

Emilio Antonellini il porcaro

Franco Campese, Aldo Soloni, Silvano Tassinari gli chef

Franco Chiarini il sommelier

Bruno Assirelli il maitre

Emma Montesi la simposiarca

 
aretinoinesilio
 
 

3 commenti:

vancuoc ha detto...

Deh!!!! Dolci ricordi...Il cenone del Congresso.... con la maritata di zampetti di facocero che mi conferiva quello sguardo ebete postprandiale per il quale il Duca di Wellington andava pazzo!!!

Unknown ha detto...

Postprandiale?

vancuoc ha detto...

GIà: postprandiale. Perfezionai solo col tempo il non-stop, per non far sfigurare le masse, quando Karl le rese famose.