Avevo frollato un coniglio che ho cotto alla provenzale secondo una ricetta nella quale mi sono imbattuta ieri, e che è stravista in verità, anche se non l'avevo mai fatta prima. Tutto è nato dalla lettura di un quotidiano che segnalava tre giovani di Verona che hanno realizzato un sito, www.3wine.it , attraverso il quale propongono un pacchetto, ogni mese diverso, composto da tre vini italiani e dalle ricette dei piatti da abbinare a ciascuno, per consentire di cimentarsi in una cena che avvicini alla conoscenza dei vini. E stanno ottenendo grande successo. Anche le idee, oltre agli ebrei, mi fanno impazzire e mi sono entusiasmata subito. Così, andando a curiosare anche nei mesi passati, ho trovato in aprile un Valpolicella Classico Superiore 2011 abbinato al coniglio. Il coniglio l'avevo, il Valpolicella no, però sarebbe stato superfluo perché quando sono sola stappo una bottiglia di vino solo se decido di riservarmi un trattamento di favore e, in tal caso, apparecchio pure tavola con tutti i crismi ma ... o sono troppo pigra o non mi amo più di tanto, perché accade raramente.
Comunque sia, questo è l'esito del coniglio:
Coniglio alla provenzale (con taggiasche, pinoli, salvia e rosmarino) |
Non era niente male, salvo forse un'oliva di Taggia prepotentemente taggiasca, perché non ne avevo di qualità migliore.
Naturalmente quando comincio non mi fermo quasi mai, perciò ho prodotto anche una torta Salomè (salata, anzi, per l'esattezza affumicata -il nome mi denuncia: è anni 50 anche non volendo e l'aspetto lascia abbastanza a desiderare) da portare domani alle amiche del CSS, e una tegamata di Sticky Lemon Chicken (ricetta stuzzicante del Cavoletto, il sito di cui vi ho già parlato, che ho già fatto almeno altre sei volte)
8 commenti:
Mi chiedo se la lettura di "Pastorale americana" ti abbia suggestionato fino al punto di fare del terrorismo culinario...
Nessun libro americano riuscirà mai a farmi rivoltolare dall’entusiasmo. Gli scrittori europei, e non solo, non si limitano a individuare il baco nella mela sociale, sanno scarnificare più in profondità anche l’individuo e, spesso, con un’attenzione al linguaggio, che nei due libri che ho citato non viene nemmeno sfiorata. Ciò nonostante, Roth è un grande narratore (non sempre, adesso sto leggendo quel fricandò di 'La mia vita di uomo' e sto per lanciarlo dalla finestra), ha un’ironia atavica e ha dalla sua il lato oscuro-ma-non-più-di-tanto dell’allargata provincia americana, e il baco nudo, nei decenni dell’esaltazione della buccia lucidata della mela, è una scontata garanzia di successo. Fin troppo scontata.
Questo Romain Gary invece (volto estremamente teatrale, vero nome Roman Kacew, tossicodipendente da pseudonimi) fa l’effetto di 'Storia di un corpo' di Pennac. Niente di travolgente in questo caso, altri suoi libri sono pregni di considerazioni impagabili sull’uomo e sulla vita, ma qualcosa di cui in genere non si legge e … beh, un due forchette se le porta via solo per questo. Il tema del libro è la mancata accettazione della perdita di virilità in età avanzata, per l’occasione stemperata in un lieto fine, ma che nella realtà non riuscì ad accettare.
Lo scempio culinario non è dipeso da loro. Sarebbe stato lo stesso se avessi letto Topo Gigio, Rosy e l’Emmental parlante. Diciamo che è innato :-))
Beh .. Roth sta a Woody Allen come una bmw ad una fiat ... Mentre Saul bellow sta a roth come una ferrari ad appunto una bmw ... Io sono innamorato di roth , pero' sto riscoprendo bellow , un amore di parecchi anni fa.. Hai mai letto x esempio il re della pioggia ? ... Ora ho sul comodino herzog e devo dire che mi fa' impazzire: fantastico... Gli ebrei hanno una marcia in piu' , forse xche' spesso sono ossessionati dal sesso ... Complimenti x i tuoi piatti sembrano fantastici
Prossimo piatto: piccatina di vitello..
@supersix: nonostante io abbia letto al punto di ritrovarmi con -6e -5,75 di miopia, devo confessare che arrivo da pochissimo agli scrittori della mia epoca perché ... non lo so, per caso immagino, o perché leggevo più saggistica che narrativa, o perché avevo prima tutti i mostri sacri da assimilare. Insomma, no non ho letto di Bellow se non le Avventure di Augie March e forse avevo vent'anni e devo ammettere che dovrei rileggerlo. Faceva parte di uno degli stock di libri che mi arrivavano da mia madre per il mio compleanno (da 1 a 25 anni-ogni volta tanti libri quanti erano i miei anni). Ma sto recuperando e...accetto consigli e appetizer.
@aldosoloni: perché no? può essere pure che metta un panino al salame. Sai, quella cosa che si mangiava anni fa con mezzo litro di Coca Cola e che a volte ti faceva rasentare la beatitudine? Quella.Per cultura intendo ciò che va dalla Mucca Carolina a Wittgenstein :-))))
Ehm, piccatina era un doppio senso.
Davvero ti sono sembrata piccata?
Semmai vitello in questo momento (notare come io continui a sperare che quest'adipe sia di passaggio...), ma no, piccata non lo ero.
Un tantino obnubilata però sì, se non colgo manco più le battute.
Prossimo piatto: obnubilatina di vitello. PS: per gli amanti dello scavo psicologico in letteratura (io certamente non mi annovero fra questi, essendo come noto un cultore del trash e del pulp) fra gli americani direi H. James, sempre che si abbia la pazienza di leggerlo fino in fondo.
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