In una
bella giornata di sole d'autunno il solito Chiarini decide di chiamare a
raccolta i suoi prodi (leggi me) per una nuova esperienza 'ultra-sensoriale'.
Infatti, 'iSensi' la nuova avventura di Cheftochef EmiliaRomagna cuochi, parte
dalla degustazione, e quindi dai cinque sensi, ma poi va oltre.
Il 13
ottobre a Monte del Re di Dozza (BO) si è tenuto il primo di quindici incontri
(forse) dedicato alla frutta, ed in particolare mele e pere, e al
loro uso in cucina.
La giornata
si è articolata attraverso una degustazione pomeridiana delle materie prime,
guidata dal prof. Davide Cassi, e si è conclusa con una cena a più mani, che
prevedeva piatti elaborati a partire dalle medesime materie prime.
Vi
illustro di seguito le mie spigolature della giornata.
Introduzione
all’analisi sensoriale di mele e pere del prof. Cassi
Il prof. Davide Cassi e il coordinatore dell'evento Federico Orsi |
L’analisi
sensoriale è una necessità, ma non è scienza.
Un
parametro che normalmente non viene preso in considerazione nell’ambito
dell’analisi sensoriale è il peso specifico, che invece in cucina è
importantissimo.
Il
tempo di masticazione è un altro parametro importantissimo in cucina, poiché se
si vogliono abbinare due prodotti, questi devono avere tempi di masticazione del
tutto simili.
Nella
mela la consistenza è la caratteristica più interessante.
Come
deve essere presentato un campione? Ad esempio nella degustazione di una mela,
la taglio a cubetti, a fettine, lascio la buccia o no? Dal punto di vista
gastronomico, il taglio mi cambia la struttura.
Il
colore della buccia mi può influenzare, poiché si tende a pensare che un frutto
rosso sia più zuccherino di uno giallo.
Il
campione in forma di cubetto mi toglie la differenza tra i frutti che devo
confrontare e che potrebbero avere dimensioni differenti.
Preme
sottolineare la differenza tra duro e croccante. La durezza è data dalla
resistenza offerta dal campione alla masticazione, mentre la croccantezza è il
rumore che il campione emette a seguito della masticazione, è più un fatto
sonoro che meccanico.
La
farinosità per alcune popolazioni è un carattere positivo.
La
quantità di pectina di un frutto è un elemento da considerare nel momento in
cui si usa in cucina: Mela cotogna +++
Mela ++ Pera +
Aromi
di bocca. Sono più importanti per l’uso a crudo dei frutti, mentre nella
trasformazione perdono di importanza, al contrario della struttura.
Sapori. Sono dati da molecole che si sciolgono in acqua. Il dolce e l’acido sono le due categorie principali, il binomio che caratterizza la frutta. Dolce e acido si annullano a vicenda.
Sapori. Sono dati da molecole che si sciolgono in acqua. Il dolce e l’acido sono le due categorie principali, il binomio che caratterizza la frutta. Dolce e acido si annullano a vicenda.
Il
caffè viene servito ad una temperatura di 70°C così che sprigioni tutto il
profumo possibile, ma in bocca la percezione aromatica è decisamente più
contenuta. Il contrario accade per il vino che scaldandosi in bocca può rendere
sensazioni retrolfattive più intense e/o più varie rispetto alla semplice
olfazione.
Nella
mela abbiamo il sorbitolo che dà una sensazione dolce e l' acido malico che induce
un’abbondante salivazione.
Per
gli aromi che può usare la classificazione usata in profumeria, note di testa,
note del cuore e note di coda, poiché l’espressione aromatica cambia in
funzione del tempo di masticazione e di permanenza del campione in bocca.
ANALISI
SENSORIALE dei campioni di PERE
1.
ABATE
FETEL. È la pera dell’Emilia-Romagna per eccellenza. Calebassiforme, con la
buccia giallo-verde con punteggiature rugginose e polpa chiara, fondente.
Polpa
molto fine, poco acida, molto caratterizzata. Note di lievito, della pasta del
panettone prima di cuocere, alcuni abbozzano note che richiamano lo champagne
(in relazione all’ossidazione). Tempo di masticazione molto breve. Acidità ---
2.
ANGELICA.
Polpa con dolcezza prevalente e piccole sclereidi che danno una sensazione di
sabbiolina finissima. Un po’ più consistente di Abate, ci obbliga a masticare
di più. Acidità --- Le note di coda riconducono a vaniglia, sandalo.
3.
MORA
DI FAENZA. Presenta sclereidi evidenti e anche una certa astringenza. Più
croccante rispetto alle due precedenti. Presenta una struttura quasi
gelatinosa. Leggero amarognolo di fondo. Si potrebbe abbinare bene con cibi
salati.
4.
SANTA
MARIA. Presenta una masticabilità decisamente superiore alle precedenti ed è
molto succosa. La sensazione uditiva (grunc, grunc!) ci attesta la sua
croccantezza e la forte salivazione la sua acidità. Masticazione +++, Acidità
+++
5.
DECANA.
Presenta qualche sclereide rispetto a Santa Maria ed è più floreale. La
masticazione anche in questo caso è piuttosto prolungata. Masticazione +++
I
campioni 4 e 5, degustati a naso chiuso sembrano mele piuttosto che pere, per
la loro struttura, tanto che potrebbero essere utilizzare anche per fare uno
strudel di pere.
I
campioni 1 e 2, hanno un impatto molto dolce.
Per
valutare bene la succulenza bisognerebbe degustare campioni dello stesso peso,
piuttosto che della medesima dimensione, in questo caso il peso specifico incide.
Su
carni grasse come il maiale, si potrebbe usare la Decana, oppure una mela
Granny Smith, perché
l’acidità del frutto mi va ad equilibrare la sensazione grassa.
l’acidità del frutto mi va ad equilibrare la sensazione grassa.
ANALISI
SENSORIALE dei campioni di MELE
1.
DURELLO.
2.
STAYMAN.
Più acida, più dura rispetto a Durello, ma poi si frantuma facilmente.
3.
FUJI.
Probabilmente è quella più dolce.
Le
tre mele tendono ad esprimere immediatamente una sensazione acida, anche se in
Fuji l’acido è mitigato dal dolce.
Le
mele riempiono di più la bocca, le loro caratteristiche si percepiscono un po’
su tutta la bocca, mentre le pere, per la maggiore dolcezza tendono ad essere
percepite soprattutto sulla parte anteriore della lingua.
All’aumentare
degli zuccheri la mela tende a diventare farinosa, ne è un esempio l’Annurca,
che diviene dolce dopo la raccolta.
1.
Pera
Volpina.
2.
Mela
Cotogna. Mantiene molto bene la forma, l’acqua non fuoriesce dal frutto, poiché
è molto ricca in pectina che trasforma l’acqua in una sorta di gel.
3.
Mela
Campanina.
4.
Mostarda
di Mela Campanina az. Le delizie del Polirone (MN). Piuttosto equilibrata.
La
mela non si presta alla cottura sottovuoto, mentre è ideale il forno secco o a
vapore.
Alcune
definizioni del prof. Cassi
PIATTO
SLEGATO. Quando, pur usando ottime materie prime, non si riesce ad ottenere
l’armonia nel piatto finito.
GRAMMATICA
DEI SENSI, DESIGN SENSORIALE, così può essere definita la capacità di legare
gli alimenti.
LA CENA, ovvero
i piatti realizzati con alcune delle materie prime degustate.
Il
menù presentava un diagramma di degustazione da compilare a cura dei presenti. Le
quattro qualità principali del gusto, acido, amaro, dolce e salato erano
accompagnate da 5 quadratini e a seconda della percezione il degustatore doveva
esprimere un giudizio: il primo quadratino indicava l’assenza del parametro, il
secondo una presenza bassa della qualità, il terzo una intensità media, il
quarto medio-elevata e il quinto elevata. I degustatori erano 22.
Mela Fuji farcita
di foie-gras d’oca, salsa al miele aceto uva e mela selvatica, pane brioche
(chef Paolo Teverini)
In abbinamento
Bubo Bubo, vino da uve Famoso, Bragagni.
L’acidità
della mela evidentemente ha giocato un ruolo abbastanza importante
nell’economia complessiva del piatto che è stato definito dalla maggior parte
dei presenti di acidità media o medio-elevata.
Per
chi si aspettava delle note di amaro è rimasto deluso, poiché 10 degustatori
hanno dichiarato di non aver percepito amaro e altri 9 lo hanno percepito
debolmente. Il dolce ha equilibrato l’acidità, visto che 15 degustatori su 22
hanno percepito una dolcezza media o medio elevata. Il salato era piuttosto
discreto, visto che 21 degustatori su 22 hanno barrato i primi 3 quadratini (da
medio a non percepibile).
Si
può concludere che il piatto presentava un buon equilibrio tra le sensazioni
dolci e acide, mentre amaro e salato erano componenti presenti in maniera
discreta ed equilibrata.
La caccia si
tuffa in un risotto e fa brrr… (chef Igles Corelli)
In abbinamento
Lambrusco di Modena spumante DOP metodo classico, Cantina della Volta.
Si
trattava di un riso carnaroli Acquerello di 7 anni, con ragù di cacciagione,
gelato di pera Mora di Faenza e spuma.
L’acidità
del piatto è stata percepita per lo più come molto debole o assente, l’amaro da
medio a debole, come pure il dolce. Il salato è stato percepito nella media
dalla maggioranza dei commensali.
La
cacciagione ha sapori molto forti, quindi l’abbinamento con un gelato di pera
Mora di Faenza, aromatico e dolce, ha permesso di riequilibrare l’amaro e il
salato.
I
risultati denotano un buon equilibrio tra le qualità gustative.
Lombetto di
cervo con pera Decana cotta al Sangiovese (chef Umberto Cavina)
In abbinamento
Primo segno 2011, Romagna Sangiovese Superiore DOP, Villa Venti.
La scelta della pera Decana rispecchia quanto era emerso in degustazione: la sua struttura poteva consentire anche la cottura.
La
sensazione acida, come pure quella dolce sono state percepite come medie o
medio-basse dai più. L’amaro è stato percepito come debole o assente e il
salato da debole a medio.
Tortino di mele Campanine al profumo di cannella e crema inglese (chef Giovanna Guidetti)
In abbinamento
Il Pirolo Malvasia Passito Colli Piacentini DOP, Lusenti
Il
tortino non prevedeva una qualche pasta, ma era costituito prevalentemente da
mela, di conseguenza le sensazioni amaro e salato non sono state percepite dal
maggior numero di degustatori (16 su 21). L’acidità è stata percepita come
debole o assente da 13 degustatori e come media da 5, mentre ben 18 degustatori
su 21 hanno percepito il dolce con intensità medio-alta o alta.
La
cannella è stata usata sapientemente, in modo da non prevaricare la delicatezza
aromatica della mela Campanina.
Pere Abate
semicandite all’anice con crema caramello (chef Mauro Gualandi)
In abbinamento
Il Pirolo Malvasia Passito Colli Piacentini DOP, Lusenti
La percezione dell’amaro è debole per 7 degustatori e media
per 4: evidentemente la crema al caramello ha apportato quel quid di amaro che
serviva per non rendere stucchevole il piatto.
La
sensazione dolce è ovviamente la prevalente (media per 7 degustatori e
medio-alta per 9 su 20 degustatori). Nove degustatori su 20 hanno percepito
anche il salato con intensità debole (6) o media (3), resa dal biscotto di
fondo.
Foto di gruppo degli chef |
Si
ringraziano per la fornitura dei prodotti:
Az. Agr.
Cavallini Alberto, Argenta (FE)
Ghetti Daniele,
San Pier Laguna di Faenza (RA)
Fruit Modena
Group, Sorbara di Bomporto (MO)
Az. Benedetto
Bonomi, San Possidonio (MO)
Az. Paolo
Franzoni, Quistello (MN)
La Diamantina
organizzazione di produttori, Ferrara
CRPV e Astra per le varietà antiche e la mostra pomologica
5 commenti:
Cavoli ... Complimenti .. Gran pezzo !
Vai Enonchef! Cosa dire che non ti abbia già detto? Forse che oggi ti hanno letta pure le alte sfere della ristorazione? Bauuuuuuu
Enonchef, sei davvero una persona "iSensibile". Quelle povere pere e mele squartate e analizzate in termini di acido e dolce, amaro e salato, senza alcuna pietà. E se lo facessero a te? E poi ci hai dato solo il resoconto ufficiale. E il "dietro le quinte"? Propongo una contromanifestazione: "Io speriamo che MELA cavo".
Quando toccherà agli agrumi saranno Cassi amari.
Questi sono i post che da soli valgono l'adesione al blog, la mia memoria corta e ormai in disfacimento ringrazia sentitamente !!!!
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