sabato 7 dicembre 2013

Two more

La Trilogia di A. Kristof non è l'unico libro che ho letto nelle ultime notti. Mi sono dedicata anche a un altro paio di letture.

Il primo romanzo, essendo incentrato sui sensi di colpa, che io provo anche nei confronti dello spazzolino costretto a lavarmi i denti, mi aveva intrigato fin da subito. Quando poi ho letto su Wikipedia che il Time Magazine  e The Observer lo avevano classificato nella lista dei migliori 100 libri di tutti i tempi, ovviamente non ne ho potuto fare a meno. Beh.... beh....beh...ESPIAZIONE di Ian McEwan, si legge, per carità, ma da qui a farlo entrare in una classifica qualsiasi ... per quanto mi riguarda ce ne corre (ma mi dicono che io sia troppo bianca o troppo nera, e comunque esigente al massimo, quindi se siete più correttamente tendenti al grigio potreste dargli una change). Diciamo che l'argomento è trattato in modo un po' troppo superficiale e che privilegia la narrazione all'orrore vero del senso di colpa. Che di suo fa più danni dell'atomica, quindi sarebbe un assassino perfetto per un perfetto dramma psicologico strappacarne. A me questo ha fatto più l'effetto di uno sceneggiato televisivo, per giunta più americano che inglese. Ecco, puzza di provincia americana, non so perché, gli manca anche quell'aroma di Regno Unito che me lo avrebbe sicuramente reso più tollerabile per antica devozione.   Potrebbe essere Franzen (Le correzioni) del quale non si può certo dir male, ma poi... perché no???

Il secondo fa più al caso mio, bello e dannato come i migliori uomini (un Richard Burton con lo sguardo annebbiato dall'alcol, per intenderci). Credo che IL TEATRO DI SABBATH di Philip Roth, possa tranquillamente definirsi il motivo per cui l'autore dovrebbe vincere il Nobel e, nel contempo, quello per cui non glielo daranno mai, perché il protagonista, lo scellerato e corrotto burattinaio Morris Sabbath, è quanto di più immorale e scabroso si possa immaginare. Se lo si trova disgustoso, ci si può comunque beare del proprio non esserlo, mentre se lo si riesce a leggere senza conati di vomito, non si può fare a meno di godersi la maestria stilistica, l' ironia sublime e lo spietato cinismo di Roth. Siamo addirittura qualche gradino sopra Pastorale Americana, a mio parere. Ah, se ci teniamo ai generi, è un libro maschile all'ennesima potenza, quindi chi si identifica in Biancaneve  o chi fa del femminismo una militanza anziché l'essenza naturale e non traballante della propria vita, eviti di sfiorarlo con lo sguardo persino in libreria.

copertina in questo caso azzeccatissima
                                                                                       

3 commenti:

Unknown ha detto...

Quindi ho proprio paura di non essere il tipo adatto ad apprezzarlo...

vancuoc ha detto...

Temo anch'io. Non è sufficientemente trash...

Unknown ha detto...

Trashè!