sabato 28 dicembre 2013

Per Loretta

Trovi la ricetta che desideri  nel post, che vedi elencato qui a fianco, intitolato 'L'ennesimo VanVov'. Grazie per l'entusiasmo di ieri sera: mi avete fatto sentire tutti una vera cuoca :-)))))) Scrivici quando vuoi su passatellinghingheri@gmail.com così ci teniamo in contatto.

giovedì 26 dicembre 2013

L'anguilla mentre cuoce il Tasso

già visibilmente arroventato in volto....


Il segreto per una perfetta riuscita sta nell'allineare il gomito alla spalla; accorgimento che fa sentire il capitone minacciato dall'alto



martedì 24 dicembre 2013

Per Silver

Ti ho registrato la serata di Bottura al Teatro della cucina del Gambero Rosso.
Dopo due entrée e un primo di fusione fra sud e nord che istigavano le papille gustative anche via cavo, perché come sempre la sua cucina fa leva su input più intellettuali che gastrici, la pietanza proposta era l'anguilla.
Interpretata come spostamento degli Este da Ferrara, dove lo Stato Pontificio aveva loro tolto la concessione della pesca delle anguille, a Modena, coglie spunti dalle valli, dal Veneto e dai sapori crudi della terra modenese.
Insomma un filetto di capitone senza pelle, cotto sottovuoto a bassa temperatura, e all'apparenza tenerissimo, laccato alla saba (mosto cotto- ma sul web trovi anche al suo posto l'aceto balsamico), accompagnato con crema di polenta e di mele campanine a baffi sul piatto e un trito di pelle di cipolla, timo, maggiorana e alloro bruciati a nero, disidratati e polverizzati. Effetto visivo da alta cucina cinese ma sapori più che consueti.

Conservo la registrazione perché non puoi non vederla e  farti ispirare per continuare a onorare le bustine di zucchero di cui fosti a suo tempo dotato....


Nel frattempo ho trovato la foto del piatto:


                                             

e il link a un video in cui Bottura illustra la ricetta:   www.youtube.com/watch?v=YuPD9uMqtEg

Non hai scuse....
Besos.

L'ennesimo VAN-VOV

Pronte le bottiglie del Van-vov da regalare o da centellinare (se non altro per rispetto al colesterolo) nelle giornate in cui ci si rintana finalmente in casa a bivaccare fra letto, divano, libri, vassoio portavivande e film (vi consiglio di rintracciare in tv 'Le prenom -Cena tra amici' di Alexandre de la Patellière, una pièce teatrale che può  ricordare Carnage di Polanski,  e che, sorvolando sul finale da commedia leggera qual è, offre dei momenti di ilarità per niente contenuta soprattutto nello scontro dialettico sul nome da imporre al nascituro. Alla battuta "Heil Pepito!" stavo per dimenticare il latte che bolliva sul fuoco per le risate).

 
Insomma, evitate di farlo mentre siete presi da altro ma, dopo aver lavato e sterilizzato in forno a 200° quattro bottiglie di vetro scuro, mettete a bollire un litro e mezzo di latte, tenendolo a bada quando monta e abbassando il fuoco sul quale deve restare per almeno 10 minuti (io uso latte intero fresco o a lunga conservazione indifferentemente).  Spegnete il fuoco e aggiungete un chilo di zucchero e 3 bustine di vanillina (non uso la vaniglia solo perché in questo caso i puntini neri che resterebbero insospettiscono chi lo riceve).
Mescolate e lasciate raffreddare bene.
A questo punto frullate 8 rossi d'uovo e aggiungeteli al latte mescolando continuamente.
Aggiungete poi 3 hg. di alcol (lo scorso venerdì al supermercato una bottiglia da litro costava ben 2,10 euro in meno di ieri, lunedì della settimana di Natale; potenza delle festività!!!) e 3 hg. di marsala all'uovo, sempre mescolando accuratamente.
Ora imbottigliate con un imbuto e un colino a maglie fitte, perché il latte ha grumi di panna che sarebbero veramente fastidiosi al palato.
Può essere bevuto ma può anche accompagnare un gelato alla crema o alla vaniglia o insaporire una fetta di pandoro banalis rimasta.

Non è necessario conservarlo in frigorifero perché l'alcol ne consente la durata e, anzi, in frigorifero rischia di addensarsi troppo, e di solito non arriva all'afa di luglio.....
In ferramenta trovate poi i tappi colorati. Il top sarebbero le bottiglie con tappo a vite ma io ho un consumo di liquori talmente esiguo che non ne dispongo quasi mai. Se vi siete dimenticati di comprare i tappi non disperate: nel frattempo potete sigillare alla meglio le bottiglie con la pellicola trasparente.

Da ultimo ricordatevi di shakerarlo ogni volta che lo aprirete perché l'alcol tende a separarsi dal resto.

BUON NATALE PASSATELLI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

ah, dimenticavo, con gli albumi rimasti potete preparare la meringa per una deliziosa Pavlova allo zabajone (aridajjje) di cui vi passerò la ricetta prossimamente.




sabato 21 dicembre 2013

Il tramezzone di mare

Un must per la tavola di vigilia è questo facile, ma certo non veloce come preparazione (che potete però anticipare al giorno prima con risultati anche migliori), tramezzone di mare, che sicuramente è di grandissimo effetto. Lo consiglio, in grandi dimensioni, anche per matrimoni e buffet importanti.




E’ un antipasto smaccatamente anni '50 soprattutto per l'uso di alcuni ingredienti  (panna – besciamella -colla di pesce) e per la costruzione finale, ma sembra gradito anche oggi....

Ingredienti per una porzione come la mia -  10/14 persone:
Broccoletti verdi (surgelati in estate) g.250
Salmone fresco g.300
Gamberi g. 350
Besciamella g.120
Panna da montare g.250
Pane da tramezzini (6 fette di quello bianchissimo, morbido e senza crosta, confezionato!!!!!)
Buste di spada affumicato 2 
4 fette di salmone affumicato
Un’aragostella o un astice o delle mazzancolle per decorare
Pistacchi sgusciati g.50
Aneto o finocchietto: una vaschetta da supermarket o un mazzo abbondante
Colla di pesce g.8
Burro g.120
Sale
Necessario il Minipimer

Preparare i ripieni: (fare o acquistare pronta la besciamella e montare la panna)
SALMONE- pulirlo benissimo dalle spine e tagliarlo a tocchetti da rosolare in padella con un filo d’olio e un                      po’ di sale poi frullarlo col minipimer insieme a metà besciamella e un terzo di panna montata.
GAMBERI- lessarli interi per pochi minuti in acqua già bollente. Scolarli e pulirli e, se sono freschi e
                    interi (con la testa), passare teste e carapaci al passaverdure e frullare al minipimer  ciò 
                    che se ne ricava insieme ai gamberi  lessati, a metà besciamella e un terzo di panna 
                    montata. Salare. 
BROCCOLI- lessarli in acqua bollente (meglio ancora cuocerli a vapore!!!!) e scolarli. Ammorbidire la colla                       di pesce in acqua fredda, poi farla sciogliere in pochissima acqua bollente,  quella in cui avete                         cotto i broccoli.
                     Questi nel frattempo si saranno raffreddati e andranno frullati insieme all’ultimo terzo
                     di panna montata e poco sale. A questo punto aggiungere colla di pesce e
                      mescolare.
Ammorbidire il burro e mescolarlo a un po' di sale e tutto l’aneto tritato finemente.
Allineare su un vassoio due fette di pane. Spalmarle di burro all’aneto tenuto a temperatura ambiente (1/3). Ricoprire con salsa al salmone. Secondo strato: due fette di pane, burro all’aneto  poi broccoletti. Terzo strato: due fette di pane, burro all’aneto  poi gamberetti.
Tenere in frigorifero 24 ore.
Solo prima di servire decorare con fette di spada sul perimetro, debordando sul ripiano di gamberetti (sono fatte come una bocca, perciò mettendo la parte piatta a contatto del vassoio, sopra viene un decoro a onde che nella foto manca perché avevo dei ritagli...) aggiungere pistacchi, piccole rosette ricavate arrotolando mezza fettina di salmone affumicato ciascuna, e ‘o animalo’ bollito al centro.






For cats and dogs only

Il Natale è dietro l'angolo anche per voi, amici pelosi, e siccome correte il rischio di ritrovarvi in regalo la tuta da jogging + quattro scarpette intollerabili o il completino da sci rosa fucsia, o magari (l'ho visto l'altro giorno sotto casa indossato da un  bassotto disperato che non riusciva a grattarsi dietro un orecchio per l'intralcio dei revers) il trench grigio-verde del tenente Sheridan... ho pensato piuttosto di dedicarvi due alberelli mirati che, graditi o no, fra una decina di giorni finiranno in cantina o in un cassonetto, senza intaccare la vostra identità:

albero per cani gourmet, con biscotti alla mela verde
albero per gatti cacciatori , opportunamente infestato dai topi








sabato 7 dicembre 2013

Fusi di pollo quasi messicani

Chiedo scusa agli amici del blog, fautori e amanti di una cucina ben più elevata e contemporanea del mio spadellare-alla-parodi, e li invito a scrivere articoli più spesso e a proporci ben altre sperimentazioni. Purtroppo però parecchie amiche mi chiedono di frequente (bontà loro) di postare alcune ricette che hanno assaggiato  e, siccome il blog nelle mie intenzioni era nato soprattutto per evitare di scrivere e-mail a tutto spiano e poiché i nostri lettori, intimi a parte, sono una scarsissima schiera di italiani, due lituani e un neo-zelandese....   me tocca!

Detto questo,  dovete disporre di:
-fusi di pollo o fusi e sovracoscia in quantità a piacere (il resto della dose è per 3 cosce intere o 6 fusi)
-due barattoli di fagioli messicani rossi (li trovate nel reparto messicano dei supermercati)
-due peperoni verdi (gli altri sono troppo dolci per questa preparazione!!!)
-una cipolla
-brodo (noi puristi ne abbiamo sempre un po' di quadrotti di ristretto surgelati, ma se usate il dado io non    ne faccio una questione)
-un po' di farina
-olio evo (extra vergine d'oliva)
-concentrato di pomodoro
-peperoncino

Quindi:
-in una padella appassite la cipolla in poco olio caldo poi saltate il pollo (dopo averlo infarinato)fino a farlo rosolare ben bene
-prima che sia del tutto rosolato ( non da subito altrimenti si spappolano) aggiungete a soffriggere anche i    peperoni verdi tagliati a pezzetti  di circa 2x2
-quando vi sembra pronto aggiungete i due barattoli di fagioli con la salamoia che li contiene (orrore!! ma è  fondamentale)
-e, insieme ai fagioli, un po' di brodo ristretto (o un dado) e un cucchiaio di concentrato di pomodoro
-un po' di sale (se mettete il dado non mettete sale!!!!) e un po' di peperoncino a piacere
-fate cuocere per un'ora e un quarto aggiungendo poca acqua se dovesse restringersi troppo e toglietelo  dal   fuoco quando vi sembra che la salsa abbia la giusta cremosa densità
- la morte sua come accompagnamento è il riso bollito (ok un basmati, ma anche un riso meno esotico- purché non sia quello di plastica per insalate - diciamo che un Carnaroli va benissimo)









Two more

La Trilogia di A. Kristof non è l'unico libro che ho letto nelle ultime notti. Mi sono dedicata anche a un altro paio di letture.

Il primo romanzo, essendo incentrato sui sensi di colpa, che io provo anche nei confronti dello spazzolino costretto a lavarmi i denti, mi aveva intrigato fin da subito. Quando poi ho letto su Wikipedia che il Time Magazine  e The Observer lo avevano classificato nella lista dei migliori 100 libri di tutti i tempi, ovviamente non ne ho potuto fare a meno. Beh.... beh....beh...ESPIAZIONE di Ian McEwan, si legge, per carità, ma da qui a farlo entrare in una classifica qualsiasi ... per quanto mi riguarda ce ne corre (ma mi dicono che io sia troppo bianca o troppo nera, e comunque esigente al massimo, quindi se siete più correttamente tendenti al grigio potreste dargli una change). Diciamo che l'argomento è trattato in modo un po' troppo superficiale e che privilegia la narrazione all'orrore vero del senso di colpa. Che di suo fa più danni dell'atomica, quindi sarebbe un assassino perfetto per un perfetto dramma psicologico strappacarne. A me questo ha fatto più l'effetto di uno sceneggiato televisivo, per giunta più americano che inglese. Ecco, puzza di provincia americana, non so perché, gli manca anche quell'aroma di Regno Unito che me lo avrebbe sicuramente reso più tollerabile per antica devozione.   Potrebbe essere Franzen (Le correzioni) del quale non si può certo dir male, ma poi... perché no???

Il secondo fa più al caso mio, bello e dannato come i migliori uomini (un Richard Burton con lo sguardo annebbiato dall'alcol, per intenderci). Credo che IL TEATRO DI SABBATH di Philip Roth, possa tranquillamente definirsi il motivo per cui l'autore dovrebbe vincere il Nobel e, nel contempo, quello per cui non glielo daranno mai, perché il protagonista, lo scellerato e corrotto burattinaio Morris Sabbath, è quanto di più immorale e scabroso si possa immaginare. Se lo si trova disgustoso, ci si può comunque beare del proprio non esserlo, mentre se lo si riesce a leggere senza conati di vomito, non si può fare a meno di godersi la maestria stilistica, l' ironia sublime e lo spietato cinismo di Roth. Siamo addirittura qualche gradino sopra Pastorale Americana, a mio parere. Ah, se ci teniamo ai generi, è un libro maschile all'ennesima potenza, quindi chi si identifica in Biancaneve  o chi fa del femminismo una militanza anziché l'essenza naturale e non traballante della propria vita, eviti di sfiorarlo con lo sguardo persino in libreria.

copertina in questo caso azzeccatissima
                                                                                       

domenica 1 dicembre 2013

AGOTA, tu mi capisci, Agota!

Sono reduce dalla lettura di uno di quelli che definisco 'libri dietetici' perché sono, oggi che guardo il cibo come se fossi reduce da mesi di digiuno forzato e insieme ai raptus di estro creativo che ogni tanto mi sequestrano da qualsiasi altra attività, l'unica cosa che mi trattiene perfino dall'andare a fare la passeggiata in frigorifero. Una rivelazione!
Si tratta ovviamente di Agota Kristof, che tutti voi conoscerete, ma che io non avevo mai letto.E, nello specifico, della sua Trilogia della città di K. di respiro color cemento, come suggerisce immediatamente la sua copertina, che di stonato ha solo un'atmosfera forse più cittadina di quella in cui per tutto il tempo ho avuto l'impressione di stare.








La Kristof, ungherese del 1935, è costretta dagli eventi che affliggono il suo paese nel 1956 e dalla volontà del marito, ad esiliarsi in Svizzera, a Neuchatel,  e a rinunciare alla propria lingua madre per rapportarsi e scrivere in francese, cosa che la porterà infatti a definirsi 'un'analfabeta'.   Disagio e difficoltà del distacco e della incomunicabilità trapelano da ogni pagina. 

Il libro è sgradevole, scarnificato, claustrofobico, feroce, intriso di lacerazioni e insolubile, quindi non affrontatelo come un passatempo sereno, ma vi assicuro che non riuscirete a staccarvene.   E, se proprio non vi andasse di andare oltre, leggete almeno il primo libro della Trilogia (che li raccoglie tutti):  Il grande quaderno, perché dal mio punto di vista è quello più significativo quanto allo stile, che in seguito si ammansisce insieme all'evolvere della storia. Nel  quaderno  la scrittura è totalmente liberata dalla soggettività e dal sentimento, e si avvale di poche descrizioni e di un susseguirsi di dialoghi sintetici e scarni, che sembrano trasmetterci in apparenza una teoria cinematografica di immagini (il libro lo si vede, dall'inizio alla fine) e che finiscono per arrivarci alle viscere con una potenza maggiore che se la scrittura affrontasse altrimenti un delirio di emozioni o di assenza delle stesse (il libro lo si subisce, dall'inizio alla fine).
 Un libro nero, reso ancor più urtante alla nostra percezione dal fatto che i narratori siano bambini e quindi deputati, anche quando non lo vogliamo, anche quando diciamo di sapere che la ferocia è un tratto distintivo dell'infanzia, a rappresentare nel nostro immaginario l'ingenuità e il candore. No, lasciate stare, non voglio sentire dire che non amate i libri con bambini come protagonisti. Nemmeno io.
 Ma non si tratta affatto di questo, anzi non si tratterà mai di ciò che vi sembrerà di leggere.