giovedì 24 luglio 2014

Ma è reale?

Ho aspettato un giorno per esprimere le prime considerazioni a freddo sul pranzo di ieri al Reale di Castel di Sangro. Ho aspettato per far decantare l'entusiasmo del momento, per confrontare quest'occasione con altre analoghe e per consolidare alcune impressioni. Raramente ho trovato riunite in un'unica esperienza gastronomica le caratteristiche riscontrate ieri: lucidità, focalizzazione e originalità nella concezione dei piatti, esecuzione impeccabile (una precisione assoluta nei dosaggi, una padronanza altrettanto assoluta delle tecniche di elaborazione), capacità di far esprimere gli ingredienti al massimo (sia nelle ricette che privilegiano la concentrazione dei sapori, sia in quelle che armonizzano la presenza di più variabili), uso di materie prime ottime senza ricorso al trito campionario da tristellato (foie-gras, caviale, astice,..), uso praticamente nullo di grassi e zuccheri. Una cucina del togliere, un lavoro di sottrazione ("less is more"). Piatti che parlano da soli, che potrebbero (dovrebbero?) essere degustati accompagnandoli con la sola acqua o - come nella proposta di ieri - con vini non prevaricanti, chiamati a svolgere una funzione di discreto sottofondo. Un servizio impeccabile, non impettito ma attento e cordiale. Un'ambientazione bellissima. Lo chef: nessuna posa; understatement, ma senza esagerazioni. Convincente (e presente). Last but not least: digestione senza problemi di sorta, niente cerchi alla testa, sonno tranquillo e ininterrotto. In sintesi: ci tornerei anche domani. Peccato per i 400 e rotti km di distanza... E ora attendo che gli altri fortunati commensali dicano la loro, magari sui singoli piatti, quasi tutti (per me) indimenticabili.

2 commenti:

Franco ha detto...

Perfettamente in linea con la tua analisi .... Stupefacente non essersi quasi resi conto del tempo che abbiamo trascorso a tavola in attesa quasi ansiosa della prossima sorpresa ... Credo che abbiamo assaggiato oltre 20 creazioni e sino alla fine nessun giro a vuoto . 3 stelle che comunque nel bene o nel male di quello che si puo' pensare di Michelin sono il passaporto x volare in alta quota o navigare nel mare blu dell'alta ristorazione mondiale piu' che meritate ..chapeau ..Ps a ritornarci a breve ....

sTO Ravennauta ! ha detto...

Da ingegnere la butto in algebra: perfezione alla terza potenza per via di esecuzione, servizio ed ambiente da un lato ma anche per merito di Niko, Cristiana e tutti i ragazzi ed anche per i piatti che spiccano per semplicità, complessità e per come sorprendono (sorpresita' si può dire ??!?!??). Ho la fortissima sensazione che sia un luogo dove la seconda impressione potrebbe essere persino migliore della prima: spero (insieme a tanti di noi immagino) di tornarci al più presto, sono curioso !