I VITIGNINI DI MONTALBANO
domenica 30 giugno 2013
Io camillero, tu Camilleri...
Mi scuso con chi di voi lo abbia già ricevuto ma, in attesa delle foto per corredare il resoconto della serata di giovedì (se vuole farlo qualcun altro... è il benvenuto), dedico agli amici di più o meno remote origini siciliane, che fanno parte del nostro gruppetto di esaltati ai fornelli, il mio avvinazzato incipit de:
Ugolino Notardomenico, un giovanotto picolit, brunello e ancora assai prosecco, risalì moio moio in massarda, mentre i genitori intrattenevano la forastera siculiana al fiano di sotto. Prese una segesta e se ne stette pensieroso, ignorando che, termeno un mesolone dopo, donna Camilla, signora solopaca ma ai suoi occhi incredibilmente soave, che lui era solito guardare corvo, mancandogli il corregio di rivelarle ciò che aveva savuto da quel gaglioppo di Pinot, lo avrebbe pigato lei stessa di ieracare un mamertino con lei. Un grignolino amarone gli arricciò le labbra, mentre un groppello gli provocò una lacrima che lo portò a scordare enfer il caldaro e la gallura che dall’albana lo avvoltore tutto. Prima pensò di farsi la barbera, poi optò per camminare un po’ per le champagne con la sua cagnina Fara, un trovatello montepulciano ma tanto dolcetto; infine gli sembrò più sauvignon tenere occupato il cerveteri rileggendo Alcamo. Indossò il brachetto frappato della festa e un magliocco leggero ‘Lagosta’ e, ghemme ghemme, nel nebbiolo dovuto alla ribolla, polliò sugli scoglitti di Marsala con alcune cartizze e un libricino verduzzo sotto l’arghilla.
Aspetto, anche privatamente, il vostro parere sull'olio di oliva nocellara del Belice che ci ha portato sTOravennauta, al quale dedicheremo un post apposito.
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