Sono fuggita un po' in vacanza e ancora non vi ho parlato della visita al MAR, per la mostra Borderline, che, sotto parecchi punti di vista, mi si addice fin troppo. Non so che farci, tutto ciò che esce dai binari, che esibisce un’originalità sfacciata, che, come sta scritto in uno dei pannelli che accompagnano la mostra “è immune dalle influenze dei circuiti (artistici in questo caso) ufficiali”, mi conquista.
Sono andata a metà maggio, un mercoledì mattina, all’apertura. Un sogno: c’eravamo io e una scolaresca di una scuola materna a cui un’insegnante bra-vis-si-ma spiegava l’ Elefante da battaglia di Hieronymus Bosch in maniera talmente giocosa e accattivante che per un po’, sfruttando la statura, ho tentato di confondermi col gruppo. Fra l’altro, più tardi nel corso della mostra ho letto qualcosa del tipo ‘da bambini tutti siamo artisti, difficile è rimanerlo quando si cresce’. ( A me a scuola la maestra ancora in terza elementare faceva fare le gare sulle vite dei santi e i migliori vincevano un santino nelle gare intermedie e una di quelle gomme fatte ad animaletto, con gli occhi applicati sopra, nella finalissima -altro che Bosch).
La mostra non ha il meglio del genere, questo è ovvio, ma invita ad interessarsene e chi ha detto che lo scopo delle mostre che hanno scatenato il turismo mirato non debba essere più propositivo che esaustivo?
In ogni caso la presenza di Bosch non la davo per scontata in sé, perché più che ad un’espressione di una sorta di personale finestra sulla follia, l’ho sempre letta come una summa delle immagini simboliche profane che hanno contraddistinto quel Medioevo che sta compiendo definitivamente il proprio percorso; quasi una profusione di minuziosa cultura, che, finalmente, si compie sulla tela anziché nelle opere scultoree o negli affreschi.
Certamente, questo riempimento degli spazi, questa ripetitività ossessiva, questo gusto per il dettaglio più minuto, questa esigenza mal frenata di esprimere la propria creatività, come si vede poi nel seguito della mostra, saranno tipici di molti ‘pittori in bilico’, e rappresenteranno spesso una sorta di terapia, come ad esempio per Carlo Zinelli, che allinea preti e uccellacci senza soluzione.
Quando ero bambina, al pianterreno di casa nostra abitavano marito e moglie molto anziani. Lui, un uomo di assoluta semplicità, facchino in pensione soprannominato Barba per via del cognome simile, di giorno faceva l’orto, allevava piccioni e ogni tanto andava al circolo con gli amici ma, immancabilmente, alle sei di sera rientrava e, a parte una pausa veloce per la cena, continuava, in totale isolamento da chiunque gli trafficasse attorno, almeno fino alle dieci a riempire di figure, segni, oggettini piccolissimi, e soprattutto …. piccioni coi pattini a rotelle! :-))))) … centinaia di fogli di album da disegno. Usava pastelli, penne biro colorate e cere e otteneva delle composizioni talmente piene di colore e di dettagli e di un tale spessore ‘fisico’ per quanto continuava a sovrapporre colori, che, devo dire, non sarebbero sfigurate affatto in questo contesto vicino a un Zinelli o ad Aloïse Corbaz. Questo per dire che esiste davvero un’impellenza artistica in persone da cui non te lo aspetteresti mai, e .. chi può sindacare che non sia arte, anche senza un progetto alle spalle? Se qualcuno ha sfogliato il diario di Frida Khalo, non può non aver pensato alla somiglianza di certe immagini con alcuni quadri esposti, con questi mondi visionari che arrivano dall’intimo.
Poi ci sono i mostri sacri: l’Art Brut (rappresentata da Dubuffet e Appel), Ligabue, Francis Bacon (purtroppo con un’opera orrenda), Nitsch, Arnulf Reiner, un bellissimo Totem e una Via Crucis di tal Umberto Gervasi che non conoscevo e mi ha conquistata e, immancabile, il borderliner per eccellenza, Mattia Moreni, che nonostante il sostegno di Renato Barilli, non è mai assurto ai ranghi dell’empireo artistico, che secondo me meritava in pieno.
Chi non avesse mai visto la Galleria Vero Stoppioni a lui dedicata a Santa Sofia, ci faccia un salto in una girata domenicale.
e, per restare sul tema, l'intervento sul mio frigorifero: